Percepisco quindi sogno. Report del laboratorio di identità urbana di Sineglossa

Data

Una città significa tante cose. 

Città sono i muri che la contengono e da cui esce, sono i suoi volti, le storie che la attraversano. La trama urbana è intessuta di lavori, attività, il clima che la abbraccia e lo spirito che ne trasuda. E molto altro ancora.

Se chiedessi “com’è la città in cui vivi?”, verrebbero alla mente luoghi, percezioni, esperienze, voci, narrazioni e immaginari.

Possiamo pensare alla narrazione che una città fa di se stessa come un suono dai contorni sfumati, di cui non riusciamo a capire l’origine. O un odore distinto, ma difficile da descrivere.

Nel laboratorio Orbite che abbiamo tenuto nel Creative Ground di Sineglossa a maggio 2021 abbiamo provato a concentrarci su questo suono, questo odore che è la narrazione della città. “Percepisco quindi sogno” era il titolo del laboratorio, perché abbiamo studiato prima quali fossero le percezioni sulla città, poi che tipo di visioni si scatenavano.

Nel primo appuntamento del laboratorio abbiamo raffigurato la percezione che ognuno aveva della città, attraverso una metafora. Il mandato è stato: disegna la città come fosse una creatura mitologica.
Perché una metafora? Per scatenare il pensiero simbolico, e concentrare in modo sintetico una notevole quantità di elementi, che poi abbiamo sviscerato raccontandoci i nostri disegni.

Successivamente abbiamo approfondito alcuni metodi di co-design, ovvero come progettare insieme in modo sperimentale, creativo, ecosistemico e iterativo. Una volta calibrati su come lavorare e ancora senza un’idea chiara di cosa produrre alla fine del laboratorio, ci siamo lanciati in uno studio del materiale raccolto da IAQOS Ancona: una giovane Intelligenza artificiale che da due anni raccoglie i desideri delle persone su Ancona e crea articoli visionari partendo dagli spunti delle persone. 

Con il supporto di Andrea Zaninello, che si occupa di linguistica computazionale, abbiamo analizzato alcuni articoli di giornale su cui IAQOS aveva fatto allenamento (e imparato come si scrive un articolo di giornale) e le motivazioni che avevano spinto le persone a esprimere i propri desideri. 

Quindi ci siamo dati alcuni criteri per capire come leggere questi elementi. 

Grazie ad un grafico a due assi, abbiamo posizionato i fatti raccontati negli articoli e le necessità alla base dei desideri. Così facendo si è venuta a creare una vera e propria “sentiment analysis analogica”.

Sulle ordinate abbiamo posizionato i valori

  • attivo/passivo: quanto quel concetto attivasse o “spegnesse” la voglia di muoversi della persona

Sulle ascisse invece i valori

  • felice/triste: quanto l’elemento rallegrasse o deprimesse la persona

Inoltre per raggruppare in modo più preciso gli elementi, abbiamo creato anche degli assi intermedi:

  • eccitato/depresso
  • rilassato/stressato

Questa mappa ha aiutato ad orientarci tra le percezioni e le esperienze di chi abita o semplicemente attraversa la città.

Per aggiungere informazioni, abbiamo condiviso un lavoro portato avanti da Arci, Casa delle culture e Sineglossa, con 30 persone della città (dal mondo delle associazioni di categoria, della cultura, dell’impresa, del terzo settore, dell’attivismo) nell’ultimo anno: in cinque incontri online e in presenza abbiamo condiviso dati e percezioni sulla città e scritto collettivamente il Manifesto di Ancona centripeta, ovvero una visione in cinque obiettivi su come vorremmo funzionasse la città nel prossimo futuro.

Con queste consapevolezze ci siamo dedicati ad una sessione molto intensa di brainstorming, ovvero una sessione di generazione di idee su come potessimo incidere sulla narrazione della città.

Alla fine del brainstorming, è arrivata l’illuminazione: perché non rivolgersi a più persone possibile, sfruttando un momento di pausa e convivialità, per raccontare una visione di città immaginifica, in cui le potenzialità urbane siano finalmente espresse e non messe a tacere?

Ecco che pian piano si è concretizzata l’idea di due prototipi di tovagliette da distribuire ai ristoratori, come sotto-piatto, in cui sarebbe stata graficizzata l’Ancona attuale, in bianco e nero, con alcuni elementi surreali colorati, tratti dagli articoli di IAQOS. A questa parte grafica si sarebbe aggiunto un piccolo testo di spiegazione e tre qr code: il primo per giocare a esprimere il proprio desiderio sulla città, il secondo per leggere l’articolo visionario del giorno, il terzo per leggere il Manifesto di Ancona centripeta

La domanda ora è: dove troveremo queste tovagliette?

Di sicuro il 31 luglio presso la Casa delle culture, al festival che conclude il progetto Orbite. 

Nella settimana successiva distribuiremo le tovagliette per una settimana di “special edition”, ai ristoratori che vorranno abbracciare questo progetto di trasformazione narrativa. 

Se hai un’attività e vuoi sperimentare le tovagliette, scrivici!

Ci vediamo il 31 luglio.

ALTRE NEWS